Kurt Schwitters
Dopo l'ascolto di fmsbw di Hausmann, (Praga, 1921) l'illuminazione, compone ciò che a torto o a ragione è considerata una pietra miliare della poesia sonora. Accantonando la teoria dell'arte-parole espressa nella teoria Sturm, la rimpiazza con il Manifesto della Consistent Poetry, basato essenzialmente sulla potenza delle singole lettere, (i fonemi secondo il De Saussure per intenderci), rimosse dal loro contesto o estrapolate dalla parola non più considerata il pilastro portante della poesia.
Come ciò avvenga, spetta alla Ursonate dimostrarlo. Conoscendo bene la forma sonata come è stata elaborata attraverso i suoi quattro movimenti da Franz Joseph Haydin nella seconda metà del Settecento, ci pare che nulla resti di essa nella struttura schwitteriana, se non la divisione in quattro parti, e le definizioni delle sezioni (scherzo, cadenza, rondò) che lui stesso usa nelle note esplicative.
Non può nemmeno essere preso ad esempio di poema totale, perché ha solo delle coordinate sonore, quindi tutta la sua forza, ma basta e avanza, giace sull'assetto fonetico, sull'enorme potenziale liberatorio della lingua, davvero svincolata dalla zavorra del significato, pronta a volare indipendente e anarchica, trasferendo le proprie contraddizioni dentro la dialettica formale della Sonata stessa.
Il primo movimento sviluppa tipiche cadenze hausmanniane, il secondo reca il titolo Partenza del treno per Dresda, esemplare dissoluzione della parola, e totale dominio dei fonemi avulsi dal contesto lessicale e paradigmatico, il terzo scorre su cadenze devianti del tipo 'nnz krr' o mostri linguistici del tipo 'rinn' che possono far ricordare reali parole tedesche 'rinne' (fosso, canale); questo movimento viene da lui stesso definito scherzo con sequenze del tipo 'lanke trr gll pe pe pe pe pe', e grazie ad una continua variazione del tempo, si avverte armonia e contrasto, il che lo rende il più importante dei quattro. Infine il quarto, con una girandola consonantica, si muove lungo direttrici che sfiorano parole comuni, 'rrummpff' per 'rumpf' (busto, tronco) o 'tillff' o 'till' per 'Till' (nome proprio).