Carlfriedrich Claus
Courtesy Carlfriedrich Claus Archiv.
Per capire la radicalità delle sue scelte, bisogna pensare alla sua infanzia durante il Terzo Reich, agli studi sulle scienze occulte, alla parapsicologia, fino ai canti sciamanici della Siberia e della Mongolia; ci ha sempre colpito la descrizione di un testo psicologico che applicava a se stesso, ovvero articolare ad alta voce l'esplosiva alveolare 't' mentre sveglio se ne stava disteso sul letto.
Oppure concentrandosi a fondo su un suono, lo emetteva convinto di formulare un'affermazione importante; da qui traggono origine i suoi 'sound process' (procedimenti sonori) come lui definirà simili esperimenti fonetici; procedere per processi comunicativi inconsci; scavare dentro la vocalità, convinto che anche la sonorità più ambigua, più ignota, purché estrapolata dal corpo umano, è in grado di trasmettere messaggi, percepibili sotto la soglia semantica; attinge a piena voce all'ampio materiale del non-detto, lavorando con quelle anomalie foniche, presenti a livello subliminale soprattutto nelle conversazioni; non disdegna il multitrack, più che la tecnologia, si preoccupa di sviluppare l'aspetto musicale delle sue trame sonore.