Charles Amirkhanian
Early performance from performer Charles Amirkhanian
Photo: Michael Karibian
Quando nel 1974 compilò la prima antologia di poesia sonora americana, sin dal titolo 10+2:12 American Text-sound Pieces, quello storico LP presentava questa definizione di text-sound piece, l'ennesimo tentativo di portare questa disciplina fuori dall'alveo della poesia, per cui si menzionava la ricerca linguistica come text, e nel contempo la si allontanava dal terreno musicale, mantenendo il più generale sound.
Alla prova dei fatti la sigla poesia sonora è quella che normalmente viene accreditata, anche perché text-sound piece ha trovato riscontro in terra americana almeno fino agli Anni Ottanta (Text-sound texts di Richard Kostelanetz è edito a New York nel 1980) e in terra svedese con il gruppo Fylkingen.
Proveniente da esperienze prettamente musicali, si affaccia alla poesia sonora con l'impostazione metodologica e ritmica del musicista, trattando spesso le parole come note, componendo brani dove l'elemento linguistico sopravvive nitido, come in Just, le parole utilizzate sono 'rainbow'(arcobaleno), 'chug'(rumore di un treno che prende velocità), 'bandit' e 'bomb'; il poema si regge sul forte impatto elettronico, registrazione su quattro piste con un mixaggio a posteriori che vede il poeta nei panni di un anomalo direttore d'orchestra, pronto a dirigere gli ingressi e le uscite delle parole.
Studiando i suoi schemi d'esecuzione, al di là della bellezza prettamente visiva, colpisce la precisione matematica degli atti sonori.