Fátima Miranda
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Una delle possibili vie battute dalla poesia sonora consiste appunto nel mettere al bando la parola come comunemente viene intesa, per non parlare della catena sintattica, già a suo tempo abolita dai Futuristi. Quindi, la voce ritorna alle origini, ad uno stato anteriore il big bang linguistico, rappresentato dalla Torre di Babele, un'esplosione fatta di glossolalìe, di sillabazioni, di lacerti di parole, arricchite da tutta la gamma delle sonorità buccali. Perché? Perché qui si trova il prototipo comunicativo, il modello primigenio da cui tutto discende, in principio era il Verbo, recita l'incipit biblico di San Giovanni.
Si noti tuttavia come il valore della tonalità giochi un ruolo importante, giustamente, come ammoniva Schoemberg: "con l'aiuto della tonalità si può fissare non soltanto la posizione delle parti ma anche la loro forma".
La sua produzione nell’arco di un trentennio è talmente vasta che merita questa amplia selezione per rendere a tutto tondo la traiettoria della sua mirabolante carriera. Va detto subito che lei stessa si autodefinisce cantante a pieno titolo, basta sentire le sue perVersiones che non sono altro che cover di noti motivi per rendersi conto delle potenzialità canore. Però, succede che il tesoro della sua voce, scoperto abbastanza in là negli anni, lei lo metta al servizio della sperimentazione sonora. Se lo è costruito pezzo per pezzo questo potere dell’ugola anche attraverso lunghi soggiorni indiani per apprendere i segreti del canto orale. Un duro apprendistato per approfondire e quindi modellare secondo i propri desideri una dote che madre natura le ha regalato. Come detto, lei assume l’atteggiamento del musicista, ma dentro di sé ha l’anima della poesia sonora intesa in tutto il suo spettro dal minimo fonema alla parola, anzi al gioco di parole al calembour fino al rumorismo. Io m’azzarderei a dire che è il fascino della parola, maltrattata o deturpata, modificata ad attrarla in modo fatale. Si osservi come possieda il gusto della pronuncia connotata, come ami le vocali sulle quali indugia calcando, mentre sulle consonanti stride. Infatti ci troviamo spesso davanti a sequenze linguistiche che hanno i tipici tratti poetici sull’onda di allitterazioni o paranomasie. A volte si concede anche il reportage come in Alborbolas, per dar voce a donne in difficoltà. Dentro ad ogni brano costruisce sempre un ritmo che è la chiave di ascolto-base del suo operare. Ha bisogno assoluto di una circolarità tonale per poter avvolgere l’orecchio dell’ascoltatore, farlo proprio, quasi ipnotizzarlo. E sono questi i momenti in cui può dar fondo a tutto il fiato che ha in serbo, così, ecco un’altra sua essenziale virtù, anche quando gargarizza o volteggia con acuti, lo fa ponendosi dentro un preciso contesto di significato, come nel caso del canto delle balene, per cui il suo virtuosismo è sempre ancorato ad un tema, ad un concetto.
Ciò che colpisce durante i suoi concerti, io potrei anche definirli performance, è la capacità di mantenere alto il tasso di fusione linguistica e nel contempo coniugarlo con tutti gli aspetti dello spettacolo, soprattutto vestiari e apparato delle luci. Altra caratteristica che la rende appetibile anche davanti a grandi audience, è l’aggancio con le tradizioni folkloriche ispane, lei stessa è stata una ricercatrice sul campo, quindi la lancetta della sua bussola oscilla tra questi due poli estremi, l’avanguardistico e il popolare che la rendono unica e per questo molto apprezzata.
I quattordici poemi sono stati aggiunti nell'ottobre del 2022.
NOTA
Tutti i suoni che si ascoltano in questi brani sono naturali, il resultato di tecniche sviluppate da Fátima Miranda. Le voci che accompagnano alcune opere dei concerti sono state cantate da lei stessa e registrate in tempo reale in tracce consecutive. La voce è amplificata senza alcuna manipolazione elettronica.