Henri Chopin
Photo by Florence Gonot-Yterce.
"Chercher c'est vivre, trouver c'est mourir" (chi cerca vive, chi trova muore), una frase del sodale Pierre Albert-Birot che sintetizza la sua ricerca, iniziata negli Anni Cinquanta, dopo una vita avventurosa, con la scoperta dei primi magnetofoni, apparecchi per registrare la voce, in effetti, siamo proprio giunti alla pietra miliare, prima di lui era poesia fonetica, poesia fatta a viva voce, poesia polmonare, dopo c'è l'avvento della poesia sonora grazie al progredire delle tecnologie.
Agli inizi riesce ancora a sopportare il peso della parola, dopo verrà considerata come il cancro della comunicazione e sarà per sempre bandita dalle sue composizioni, esisteranno solo delle minuscole particelle vocaliche frutto di decine e decine di sovrincisioni su nastro magnetico, registrazioni fino al completo sfaldamento del tessuto linguistico, fino al pericoloso surriscaldamento delle testine stesse, alla ricerca della purezza sonora; un rumorismo fonetico, come l'abbiamo definito, perché partendo da lacerti linguistici insignificanti e inutilizzabili, ne trae linfa sonora, ambientazioni esistenziali, con il fine di penetrare dentro l'umanità, dentro le radici più recondite dell'esistenza, senza limiti tra l'apparato buccale e quello linguistico, anzi lo stesso microfono viene ingoiato perché sappia estrarre dalle sue viscere il veritiero suono, solo allora può dichiarare: "l' œvre ? c'est moi".