R.Murray Schafer
Concetti come soundscape (paesaggio sonoro), earwitness (testimone acustico), o schizofonia (la separazione di un suono dal suo contesto primitivo) sono ora definizioni universalmente accettate grazie al suo lavoro che da oltre quaranta anni, instancabilmente porta avanti. Già conoscevamo la sua poesia grazie ai The four horsemen, ma, durante un'intervista a Città del Messico (2004), abbiamo piacevolmente scoperto che il suo interesse verso la poesia sonora è ancora vivo, "non mi piace la poesia sonora che costruisce dal nulla, mi piace quella che crea ambiguità ancorandosi ad un contesto"; inoltre, sollecitato a formulare un giudizio sia verso la pratica della fusione che verso la nostra teoria della Polipoesia, "vero, la pratica della fusione è sempre stata praticata, però anche la seconda ipotesi formulata è altrettanto percorribile".
Il primo dei due poemi sonori qui selezionati, rappresenta un piccolo saggio sonoro sulla voce, viene parlato e non sonorizzato, è un poema sonoro sul come fare un poema sonoro. In effetti, spesso ritorna anche in queste brevi schede, l'aspetto democratico di una poesia sonora alla portata di tutti, sia come produttori che come fruitori.