È il primo ensemble di poesia sonora creato nel 1970 in Canada, ignora consapevolmente il supporto tecnologico, e da subito si lancia in sperimentazioni a cappella, dove il linguaggio serve da motore per pilotare stati emotivi, biologici, fisici in performance che concedono un alto tasso all'improvvisazione. Non sempre è possibile improvvisare in poesia sonora per l'evidente assenza di un codice espressivo comune, a differenza della musica che si basa sulle note. La loro esperienza performativa sfata questa credenza, soprattutto grazie alla loro capacità d'intesa sul palco, e al rapporto simbiotico, quasi un'interfaccia, instaurato con il pubblico.
Ritengono che la poesia sonora debba far tornare il linguaggio alle origini, si battono per un azzeramento totale del tema lessicale, niente sintagmi né paradigmi, ma la vera energia rilasciata dal fonema o dal sottofonema, un flusso vocale quindi non contaminato, capace di testimoniare in modo vitale, quella 'plasticization of the word' (flessibilità della parola) come dichiarato agli albori del secolo scorso da Hugo Ball.
Audiocassetta privata, dotazione Archivio 3ViTre di Polipoesia, Toronto, 1988.
The Four Horsemen, Steve McCaffery, Paul Dutton, Rafael Barreto-Rivera, bpNichol.