Flatus Vocis Trio
Courtesy Archivio 3ViTre di Polipoesia.
Trattasi qui di un corposo esempio d'ensemble (anche se purtroppo limitato nel tempo, fine Anni Ottanta) di poesia sonora. Viene condotta una sistematica sperimentazione tra vocalità e oralità, senza concessione all'emotività del momento, e frutto di precise scelte tonali e intraverbali. Partendo da una semplice parola (il nome della città spagnola Valencia), si tocca con mano la poderosa potenzialità sonora di una particella così minuscola.
A livello scritto, risulta impossibile svilupparla in siffatta maniera, sarebbe destinata dentro i confini angusti di una monotona ripetizione; al duplice livello orale e vocale la stessa parola si arricchisce di sfumature, si rigenera, da parola, si trasforma in multiparola, catalizza pulsioni fonetiche; grazie all'approccio tipico del madrigale, e al continuo uso del contrappunto, si dimostra ancora una volta come, le metodologie musicali possano essere applicate con successo al verbo sonoro; verbofonie pure, senza nessun ingrediente tecnologico come fosse appunto un madrigale monteverdiano.
Flatus Vocis Trio (Fátima Miranda, Llorenç Barber, Bartolomé Ferrando).