Jean-Pierre Bobillot
È un pertinente esempio di vocoralità perché riesce a coagulare attorno alla stessa struttura del poema sia la linea orale che vocale. Questo gli consente da un lato di avere mano libera sull’ampia pressoché infinita gamma di fonetismi liberati secondo la potenza dell’ugola e dall’altro, ancorandosi saldamente alla catena sintattica, di sviscerare il tema proposto. Esemplare POésie C’EST… che sviluppa il concetto di poesia secondo l’autore. Naturalmente si ritrovano qui tutte le tipiche, consolidate caratteristiche della poesia sonora, però rimescolate in maniera tale che il significato appare emergere rigenerato, quasi galvanizzato dalla coinvolgente energia fonica dei colpi di glottide profusi senza limiti, a getto continuo. Resta impresso il ritmo incalzante da scioglilingua, quasi ossessivo che si sedimenta nel nostro orecchio, esilaranti funambolismi come il gioco di parole tra «chi vivrà vedrà» affogato nella rima con «morrà». In simile contesto il tratto tecnologico resta sfumato, discreto, non è necessario ricorrere a mirabolanti effetti, basta adagiarsi su una semplice riverberazione o un accenno di eco. Quando si cimenta con un pezzo storico, assoluto come Karawane di Hugo Ball, dimostra nervi saldi. Lo affronta con un piglio deciso che lo distingue da altre più note interpretazioni. Giustamente eseguito a cappella, procede per accumulo evidenziando nitidi sia i neologismi che i nonsense abbondanti in quel testo, arricchendolo con delicate intromissioni del tipo «Russolo Solo Dada». In una delle ultime interviste Bernard Heidsiek (si veda Il Movente della Voce, interviste con protagonisti della sperimentazione fonica nel XX Secolo, Bologna, Bonomo Editore, 2017) mi indicava proprio in Jean-Pierre il massimo esperto nonché conoscitore della sua opera. Nel brano Le Grand Combat du Moi & du Ça si tocca con mano l’influenza di Bernard. Il rifarsi ad un artista o poeta di cui si apprezzi l’opera sempre rappresenta un salutare detonatore che fa esplodere a sua volta la creatività di chi ascolta o guarda. Lo stesso Jean-Pierre ne è tanto consapevole che si permette bellamente citazioni siano esse testuali o ritmiche.